In Gallura dove cresce il Vermentino
La Gallura è una regione storica e geografica della Sardegna. Comprende la parte nord-orientale dell’isola, dal fiume Coghinas a Monte Nieddu a San Teodoro, mantenendo quale limite meridionale il massiccio del Limbara, e include la Costa Smeralda.
Il territorio
Il territorio è oggi compreso nella nuova provincia di Olbia-Tempio (di cui costituisce la parte centrale e più importante) e in parte limitata in provincia di Sassari, mentre in precedenza era compreso prevalentemente nella provincia di Sassari e in minima parte in quella di Nuoro. Il toponimo deriverebbe dall’ebraico galil, “paese d’altura” a volerne sottolineare la natura prevalentemente montuosa, specie se paragonata a quella pianeggiante o collinare del confinante Logudoro. Anticamente riportata come Gallul, Gallula e poi Gallura. Ricca di roccia granitica levigata dal vento e dal mare, specie sulle coste, sculture naturali di forme bizzarre come quella dell’Orso nei pressi di Palau, conferiscono alla Gallura un un aspetto assai originale, molto simile a quello del sud della Corsica. L’interno invece ha un’aspetto differente, più riparato dai venti è caratterizzato da imponenti affioramenti granitici e boschi di quercie e sughere la cui lavorazione costituisce una delle principali attività produttive. La Gallura storica comprende 24 comuni.
Storia
L’attuale Gallura è stata popolata da genti corse fin dall’antichità preromana. In epoca romana la città di fondazione punica di Olbia assume notevole importanza essendo il porto maggiormente vicino alla penisola, collegato a Calares e Turris Lybissonis. Dopo il decadimento di Olbia a seguito delle incursioni dei vandali dal 594 ha una sede vescovile a Phausiana per iniziativa del papa Gregorio Magno, poi sostituita da quella di Civita. La Gallura ha costituito nel medioevo un giudicato autonomo con capitale Civita (l’odierna Olbia), tra i quattro in cui era divisa l’isola, esteso a comprendere le Baronie e parte dell’attuale Nuorese. In periodo tardo medioevale e aragonese all’abbandono di Civita (che diviene Terranova) e allo spopolamento delle coste oppresse dalle incursioni piratesche arabe corrisponde un maggiore sviluppo delle zone interne e della città di Tempio. Tra il Cinquecento e il Settecento la crescita delle immigrazioni dalla Corsica (peraltro costanti dall’antichità) ne hanno condizionato il peculiare carattere che riflette ancora notevoli specificità rispetto al resto della Sardegna e danno luogo al consolidarsi del dialetto gallurese e alla cultura degli stazzi. Nel 1839 la sede vescovile viene trasferita a Tempio che nello stesso periodo era stata elevata al rango di città (1836) e di capoluogo di provincia (dal 1807 al 1821 e dal 1833 al 1859). Con la fine dell’ottocento e il 20° secolo con il miglioramento dei collegamenti e lo sviluppo turistico si è invertita la tendenza insediativa a favore della fascia costiera (in particolare nel settore compreso tra Santa Teresa, la Costa Smeralda e San Teodoro) e della città di Olbia. La Gallura presenta il più elevato reddito pro-capite della Sardegna.
La vite in Gallura
Attualmente, in Gallura occidentale circa il 15% della superficie agricola è occupata da vigneti che, nelle zone costiere, negli ultimi anni sono in ulteriore forte espansione. La caratteristica peculiare di questi territori litoranei è l’elevata percentuale di sabbia dei suoli su cui insistono i vigneti, che rende impossibile la vita della fillossera. La vite è quindi allevata a piè franco ad alberello latino, con densità d’impianto estremamente elevate (7.000 – 10.000 ceppi/ha). Nelle porzioni più interne, la presenza di suoli argillosi rende necessario l’uso dei portainnesti americani e rende preferibile l’allevamento a guyot o a cordone speronato e minori densità di impianto. In Gallura occidentale, le varietà più diffuse sono diffusi il Cannonau, il Bovale sardo, il Pascale di Cagliari e la Caricagiola tra le varietà a bacca rossa e il Vermentino tra quelle a bacca bianca.
Il territorio della Gallura centro-orientale è fortemente influenzato dalla sua natura granitica e, in misura molto minore, lavica. Col passare del tempo, la roccia madre è stata alterata ed erosa, dando origine a depositi alluvionali e argille. In questa zona, oltre all’assai diffuso Vermentino, sono coltivati Cannonau, il Bovale sardo, il Pascale, il Nebbiolo, il Carignano ed il Cagnulari tra le varietà a bacca rossa, il moscato e il Retagliadu tra i vitigni bianchi.
Il Vermentino in Gallura
L’origine del vermentino è a tutt’oggi sconosciuta: Cettolini (1897) riporta che “a Tempio coltivasi una vite che chiamano Vermentino, che si suppone oriunda della Corsica…”, mentre il conte di Rovasenda (1877) la cita come uva da tavola senza fare però ipotesi sulle sue origini. Numerosi studiosi dello corso secolo la ritengono, senza però fornire prove a riguardo, importata dalla Spagna tra il XV e il XVIII sec. d.C.. Da un punto di vista biomolecolare questa varietà rivela un profilo genetico peculiare distinto da tutte le altre dell’Isola, con una sola similitudine genetica con un accessione locale, detta Bianca antica.
Attualmente, il vermentino occupa 3295ha pari al 12% della superficie vitata della Sardegna; in Gallura occupa 1.099ha in provincia di Sassari e 1.317ha in provincia di Olbia Tempio, pari al 73% dell’intera superficie regionale di coltivazione.
Il disciplinare del Vermentino di Gallura Docg prevede anche le tipologie superiore (minimo 13% vol.), vendemmia tardiva, frizzante, spumante e passito. In ogni caso la base ampelografica è costituita da uva vermentino minimo 95%.
SELENU
Un Vermentino di Gallura Superiore DOCG ottenuto da uve Vermentino in purezza. I grappoli vengono raccolti alle prime luci del mattino, ancora bagnati dalla rugiada della notte. Questo gli conferisce una piacevole freschezza al palato e un bouquet di profumi intenso e floreale.
RÍAS
Da uve coltivate ai piedi del Monte Limbara nasce Rías, un Vermentino di Gallura DOCG forte e intenso come l’ambiente dal quale proviene. Vino giovane e fresco, vinificato in contenitori d’acciaio a temperatura controllata per mantenere i profumi primari del vitigno.
Colore giallo paglierino brillante con riflessi verdognoli, dai profumi intensi, note fruttate e floreali.
ANIMOSU
Vino ottenuto da uve Cannonau che esprime in se tutto il carattere della sua terra. Il caldo abbraccio del sole e la tenacia e robustezza del vitigno si incontrano in questo vino ottenuto secondo le tradizionali metodologie di vinificazione della Sardegna centrale. Colore rosso rubino intenso e carico, caldo ed amabile in bocca con un bouquet ampio e composto con evidenti sentori di frutta matura.